Gloria... alla Thai boxe femminile

L'antica disciplina orientale è oggi sempre più praticata al femminile.
Un viaggio nel lato più intimo del combattimento con Gloria Peritore, campionessa italiana nella categoria 55 chilogrammi e detentrice del titolo Oktagon

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Donna, sulla trentina. Di giorno puoi incontrarla in un ufficio di una grande città, lavora nel marketing, in ambito bancario o più semplicemente in una società di servizi. Poi alle 18.00 corre in palestra, si cambia e... inizia un corso di pilates? No, veste i guantoni per praticare la Thai boxe. Sono in crescita costante, in maniera abbastanza omogenea su tutta la penisola, le quote rosa nella pratica di questa antica disciplina di origine orientale, in altre parole la boxe praticata con calci e ginocchiate. Sempre più donne sentono il richiamo del ring, uno sport duro, fatto di sudore, fino a poco tempo fa dalla chiara marca maschile. In palestre, quello meno patinate, puoi vederle salire sul ring e allenarsi al sacco.

Gloria Peritore è una di loro, anzi è lei a detenere le fila in Italia. 26 anni, originaria di Licata (Agrigento), ma di stanza a Firenze dal 2008, Gloria è la campionessa tricolore di Thai boxe-Fight code femminile, categoria 55 chilogrammi (quella in effetti più popolata). Un titolo vinto a ottobre 2014 e poi difeso a dicembre scorso. Dietro al successo iridato si nasconde un carattere introverso. Con un diploma in marketing-moda all'istituto internazionale Polimoda e oggi account in un ufficio di fashion e-commerce in riva d'Arno, Gloria ha uno dei tratti caratteristici che distingue i grandi campioni: l'umiltà. Aspetto mediterraneo, voce pacata, carattere introverso; dopo aver conquistato a maggio 2014 il mondiale Iska in Spagna, l'11 aprile scorso al Forum di Assago di Milano ha coronato il sogno di ogni fighter, conquistando il titolo Oktagon, il gala italiano più importante della disciplina. Titolo che le ha garantito anche l'accesso ai campionati europei in scena il 16 maggio in Francia.

E siccome il carattere viene fuori nei colloqui, l'intervista a Playgroundshop.com che segue è un viaggio un po' insolito dentro la Thai boxe. Un racconto a tratti intimo di chi, mosso dalla grande dedizione quotidiana, si è avvicinato a questo sport per il desiderio di riscatto con il passato.

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Gloria Peritore indossa fasce e guantoni prima di un allenamento.

Gloria, come è avvenuto l'esordio?
Ho iniziato ufficialmente a praticare a livello agonistico la Thai boxe a Firenze nel 2010, prima mi allenavo saltuariamente, ma per anni ho fatto pallamano.

Cosa rappresenta per te questa disciplina?
È ormai parte integrante della mia vita a 360gradi, non è solo uno sport. Non immagino un modo di vivere senza il combattimento, ma non vedo una vita fatta solo di Thai boxe.

Cosa differenzia le lottatrici dai più comuni lottatori?
Tanti aspetti. Per le donne credo sia più dura in quanto è comunque uno sport prettamente maschile, anche se negli ultimi anni ha preso piede al femminile. In palestra e nelle gare siamo in minoranza. Semmai, a livello di impatto mediatico, noi donne essendo meno riusciamo a emergere.

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Sopra, un momento preparatorio prima dell'incontro Oktagon a Milano l'11 aprile 2015.

Hai paura di finire al tappeto e di farti male?
A volte ci penso, però nella maggior parte dei casi quando faccio i guanti non mi torna il pensiero.

Quanto serve praticarla come autodifesa durante la vita quotidiana?

Poco, direi un 10%, non la sento in questo senso. Per me rimane uno sport, so di non essere in grado di difendermi da un uomo di ottanta chilogrammi per strada, anche se magari ho un po' di sangue freddo in più.

Una donna con un occhio nero, anche se causato sul ring, non è vista in modo sospetto?

Mi è successo diverse volte. Combatto senza protezioni, solo pantaloncini e guanti e quindi è facile avere dei lividi e mi è capitato che le persone mi guardassero con un po' di diffidenza. Ma tutto si supera.

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Gloria in un colpo tipico della Thai boxe.

I colpi subiti si superano o rimane nella mente il tarlo della sconfitta?
Servono tanto, per esempio durante il secondo match da professionista che ho fatto a Firenze ho ricevuto una ginocchiata molto scorretta da un'atleta che mi ha causato una lesione al muscolo abbastanza importante, che mi sono portata avanti per oltre un mese. Quello è stato un bello choc, ma al di là di questo episodio non sono incappata in altre scorrettezze.

Quanto è importante il rispetto per l'avversario?

Ce n'è di base molto tra lottatrici, parlando di quell'avversaria che mi fece del male mi è capitato di incontrarla nuovamente a giugno scorso nelle selezioni Oktagon e inizialmente ero molto provata anche se ai tempi ho vinto in maniera netta. Dopo il terzo round eravamo pari, abbiamo dovuto fare il quarto che emotivamente è stato pesante per entrambe, quasi al cardiopalma. Ma alla fine ci siamo abbracciate e siamo diventate vere amiche. Ultimamente ci siamo anche allenate insieme.

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Il ring all'interno del Forum di Assago a Milano durante l'incontro Oktagon.

Ogni quanto fai pratica?
Tutti i giorni, tranne nel weekend, per una sessione di due ore, che non è solo ring.

Quante gare fai?

Combatto una volta ogni uno o due mesi.

Parlaci del tuo maestro...

Si chiama Paolo Morelli, è di Firenze, e mi allena fin dal 2010. Sono cresciuta con lui e sono molto affezionata. Mi è successo di fare delle sessioni di training in altre palestre, per esempio in Sicilia durante le vacanze di Pasqua. Cambiando coach la differenza si vede, so di aver raggiunto certi livelli anche grazie a lui, con un altro non sarebbe uguale. È maestro anche nella vita, c'è un profondo rapporto di fiducia. Insomma, adesso è una persona su cui contare.

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Sopra, Gloria Peritore in un momento di riscaldamento con il maestro Paolo Morelli.
Sotto, Gloria in un front kick all'avversaria durante l'incontro dell'11 aprile 2015.

Cosa ti ha spinto a infilarti i guantoni?
Ho iniziato quando frequentavo il Polimoda, quindi un periodo in cui ero molto serena e non credo sia stato per motivi di sfogo dello stress. Credo invece fosse una voglia di riscatto, il passato non è stato molto limpido e sereno e il ring mi ha fatto acquisire un po' di fiducia in me stessa, visto che tutte le volte che combatti li sopra sei da sola.

Ci sono degli incontri nei quali pensi di non essere all'altezza?

Spesso qualche minuto prima di iniziare sono molto timorosa. Ho bruciato tante tappe, diciamo che ho raggiunto dei successi in quattro anni che di solito si collezionano nel doppio del tempo, quindi le avversarie hanno una buona dose di esperienza in più.

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Andrea, il compagno di Gloria, sistema le fasce alle mani.

Da quando e come mai secondo te c'è stato un incremento delle iscrizioni rosa?
Direi da un paio di anni. Sicuramente c'è stata una buona promozione da parte di tutte le federazioni, anche tramite i social network. E poi la disciplina è stata trasmessa spesso anche in tv, solitamente su Rai Sport e Italia 1.

Quali sono le regioni che dettano legge per maggior numero di donne tra le lottatrici?

Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, anche se in Sicilia ho saputo di un certo boom nell'ultimo periodo.

L'Italia può eccellere nel femminile?

Credo di sì. Oggi le ragazze in Francia sono molto forti, ma anche in Italia ci sono delle buone promesse.

Qual è il profilo della donna tipo che si mette i guantoni dopo il lavoro?

Una persona lavoratrice come nel mio caso, anche perché la maggior parte dei corsi si tiene dopo l'ufficio. Le palestre sono un ambiente misto, con ragazze e signore di tutte le età, dai 13 anni fino a circa 40 anni.

Quali sono le lottatrici alle quali ti ispiri?

Il mio modello è la fighter americana Ronda Rousey, la prima donna ad entrare nella Ufc-Ultimate fighting championship, la federazione più importate di Mma (arti marziali miste che includono anche la Thai boxe, ndr). Per me è il top come donna, ora è anche un'attrice. Non mi perderei mai un suo incontro, purtroppo non sono mai riuscita a vederla di persona, perché lei sta a New York.

In un match quanto conta l'istinto e quanto invece pesa la riflessione?

Il 50%, perché il primo ti serve per reagire in determinate situazioni, ma deve essere sempre ponderato. Con Paolo siamo abituati a preparare ogni incontro anche mentalmente impostando una certa tattica. Se so che la mia prossima avversaria sarà pesante e tenderà a venirmi addosso mi preparo mentalmente a stare lucida. Ma l'istinto ti viene li per li. Ogni tanto bisogna anche tirare il fiato e riflettere e per questo faccio un lavoro molto intenso con un mental coach.

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La Thai boxe al femminile è anche simbolo di una società sempre più frenetica?
Direi di sì, per esempio sul divano di casa non riesco a rilassarmi a pieno se prima non sono passata dal ring. La società sta cambiando sempre più alla ricerca di nuovi stimoli per rilassarsi. A volte mi pesa allenarmi quotidianamente, arrivo a casa con il mal di testa, ma se hai un obiettivo stringi i denti e vai avanti.

Che ambiente è la tua palestra nel quartiere Isolotto ai confini di Firenze?

Non è di certo trendy come quello delle grandi catene come Virgin. Da noi alla Montagnola si respira l'odore della fatica, devi riuscire ad adattarti e a convivere con lottatori di altre discipline come la boxe. Se lo sai fare, con le persone si instaura un bel rapporto. Anzi, nel mio caso...

Spiegaci meglio...

Ho conosciuto Andrea, il mio attuale compagno, anche lui un boxeur.

Quindi non ci sono difficoltà di integrazione?

Personalmente direi di no, anche perché ho raggiunto determinati obiettivi e mi sono guadagnata il rispetto. Immagino però che per altre ragazze essere considerate alla pari non sia facile.

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Gloria all'interno della palestra fiorentina la Montagnola.

Oggi quanto seguito hai?
Più di quanto potessi mai immaginare, sugli spalti si sente il mio nome durante gli incontri. Facebook è la mia finestra sul mondo e gli articoli sui giornali hanno fatto il resto. Ho tanti fan in Sicilia, visto che ho fatto qualche incontro dimostrativo a Licata e da allora c'è stato un po' il boom di persone. Ma ho molto seguito anche in Toscana.

Che emozione dà tutto ciò?

Tantissima carica, mi è successo di riprendere forza in momenti difficili perché sentivo urlare dagli spalti "Gloria, Gloria". E molti spesso non sono miei amici, ma persone venute per me.

Il tuo trofeo più importante lo dedicherai alla Toscana o alla Sicilia?

Alla Toscana perché tanto devo al mio maestro.

Hai qualche rito propiziatorio prima di un incontro?

Un talismano in effetti ce l'ho, un rosario che mi ha lasciato mia nonna tanti anni fa, che purtroppo oggi non c'è più. È il mio portafortuna.

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Sei timida nel quotidiano, cosa cambia sul ring?
Lo sport ha migliorato diversi lati del mio carattere, mi sento cresciuta. Il mio maestro mi ha mandato un po' di tempo fa a condurre una sorta di stage, inizialmente mi vergognavo, poi invece è passato.

Pensi di poter insegnare la disciplina un giorno?

Forse quando smetterò. Mi piacerebbe effondere la grande passione che mi lega alla Thai boxe.

Una domanda sull'abbigliamento è d'obbligo. Quale è il tuo stile fuori dal ring?

Durante gli allenamenti vesto solitamente t-shirt, leggings e capi in spugna, per questo la sera prediligo un look più femminile possibile, in contrasto con quello della palestra.


E sia chiaro, è solo in questo caso che Gloria getta la spugna!

Intervista a cura di Matteo Minà
Foto di Fabio Tempestini e Niccolò Celesti

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